Invecchio di colpo. E piango senza piangere.
Guardo le nuvole sedersi e tornare serrate.
Come bocca giunta che parla di doni già stati.
Quei nodi sciolti delle mani che si compongono.
Tutto accade nella sua custodia irrespirabile.
Non hai pietà per me? Perché mi lasci?
Hanno chiuso sigillato la cassa protetto.
Ora mi parli continuamente. Così volevi.
Ho aperto le scatole dei ricordi. Messo l’anello.
Quanto ho cercato di farmi morte precoce!
Mi schiero tra i reduci monchi d’una madre.
Scendo le fredde scale che separano. Parto.
Tu resti col viso coperto dalla tua bellezza.